Basket, a Montecatini il Mondiale degli Over. Boni: ”La voglia di vincere non ha età”

Super Mario è promotore della 14esima rassegna iridata per le categorie over, nella quale scenderà anche in campo: “Quando abbiamo presentato la nostra candidatura è stato un trionfo”. E bacchetta il basket azzurro: “Pochi club sanno programmare, manca il coraggio di puntare sugli italiani”

da Repubblica.it del 29/06/2017 di GIACOMO LUCHINI

La passione per il basket non ha età. Ex stelle della pallacanestro italiana e internazionale, del calibro di Mario Boni, Dan Gay, Flavio Carera, ‘Sasha’ Volkov e Jerry Reynolds, si danno appuntamento alla 14esima edizione dei Mondiali Maxibasketball, in programma a Montecatini Terme dal 30 giugno al 9 luglio. 367 squadre (il doppio rispetto alla precedente rassegna iridata), in rappresentanza di 50 Paesi diversi e suddivise in categorie che vanno dagli over 40 agli over 75 per gli uomini e dalle over 35 alle over 65 per le donne, si sfideranno sui parquet di ben 22 impianti in provincia di Pistoia e Lucca. Tra i promotori dell’evento c’è Mario Boni che a 54 anni torna nella città dove si è affermato cestisticamente, con ancora tanta voglia di divertirsi e di regalare al pubblico sprazzi di quel talento cristallino che gli ha permesso di superare quota 11 mila punti segnati in carriera.

Mario, sarà un’edizione record: quale il segreto di un simile successo?
“La location ha fatto la differenza. Non avevo dubbi che la Toscana e Montecatini avessero una capacità attrattiva straordinaria. Quando abbiamo presentato la nostra candidatura nel corso dell’ultima edizione disputata ad Orlando è stato un trionfo. Abbiamo mostrato riprese realizzate con il drone e la gente è letteralmente impazzita”.
La reputazione del nostro Paese all’estero, insomma, è meno negativa di quanto crediamo…
“Tendiamo spesso ad essere critici con noi stessi, ma la verità è che l’Italia e gli italiani sono apprezzati in gran parte del mondo. Anche se non saremo perfetti come altre realtà, la nostra capacità di improvvisare e di riuscire a farlo bene ha pochi eguali”.
Venendo ai contenuti tecnici, il pubblico che tipo di spettacolo deve attendersi?
“C’è agonismo e tanta voglia di vincere, anche se il livello non è paragonabile a quello della pallacanestro che vediamo in tv. Il Mondiale Maxibasketball non può prescindere dall’aspetto goliardico, dalla voglia di divertirsi e di bere una birra tutti insieme a fine partita. E’ in quest’ottica che deve essere guardato e proprio così si spiega l’ottimo riscontro ottenuto in ambito commerciale e pubblicitario”.
In poche parole lo spirito che continua a contraddistinguere Mario Boni, la scorsa stagione tornato in campo a 53 anni in serie D con Soresina…
“Esatto, mi paragono agli appassionati di bicicletta o a coloro che amano partecipare a maratone e gare di triathlon. Quando gioco a basket non sento la fatica, mi diverto e basta”.
Nel 2015 l’Italia conquistò due titoli. Con quali aspettative si presentano gli azzurri all’edizione di Montecatini?
“Io farò parte della squadra Over 50, una formazione fortissima. Vincere non è mai semplice, ma il nostro obiettivo è laurearci campioni e sono convinto che riusciremo a portare a casa questo mondiale”.
Più in generale, come valuta la situazione del basket italiano?
“E’ difficile trovare società capaci di programmare. Nel nostro campionato spesso vince chi riesce a ingaggiare gli americani più forti. Purtroppo non ci sono più le risorse di qualche anno fa, ma anche chi dispone di un budget importante, come dimostra l’esempio di Milano, non lo sa investire. Un altro problema è quello dei proprietari factotum che, dopo pochi mesi in questo mondo, si credono degli esperti, pretendono di scegliere i giocatori e di dettare le strategie di mercato, anziché affidarsi a manager competenti”.
E i giovani italiani perché faticano a trovare spazio, al punto che la Giba (il sindacato dei giocatori del quale Boni è vicepresidente) ha proposto di ridurre il numero di stranieri da poter schierare?

“Perché manca il coraggio di farli giocare. Per questo abbiamo avanzato l’idea di premiare i club che ne impiegano di più. Gli italiani forti ci sono, basta guardarsi attorno per trovare diversi esempi, non necessariamente tra i giovani. Crosariol era stato dimenticato e, una volta tornato in A, ha dimostrato le sue qualità a Pistoia. Iannuzzi, dopo la retrocessione in serie B con Omegna, ha disputato un ottimo campionato a Capo d’Orlando”.

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